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L'allattamento al seno è fondamentale per la specie umana: il periodo di sviluppo del piccolo umano infatti, a confronto con quello di altre specie di mammiferi, è molto lungo. A questa apparente lentezza voluta e programmata dalla natura, corrisponde una dipendenza prolungata del bambino da sua madre, dipendenza vantaggiosa per l'apprendimento e la maturazione psicologica.
L'allattamento al seno offre molti vantaggi ai neonati e alle loro madri. Esso fornisce, fra l'altro, al bambino un liquido rispettoso delle sue esigenze nutrizionali, immunologiche, di sviluppo. Il latte materno è la migliore fonte di alimentazione per il bambino, poiché contiene l'equilibrio ideale di sostanze nutrienti e di sostanze anti-infettive. È stato dimostrato che protegge i neonati contro le malattie e le allergie ed è stato dimostrato che fornisce sostanze vitali richieste per lo sviluppo del cervello.
L'allattamento al seno ha anche positivi benefici sulla salute delle donne; incluso una più veloce guarigione dalla gravidanza, le doglie e il parto; minore emorragia post-parto; un più rapido recupero della linea e del peso pre-gravidanza per effetto del consumo nel processo di produzione di latte dei depositi di adipe accumulati in gravidanza; un rischio diminuito per alcune forme di cancro della sfera riproduttiva, in particolare dell'ovaio e del seno; una significativa riduzione del rischio di osteoporosi. L'allattamento al seno offre inoltre un'opportunità unica per l'interazione e il collegamento tra il neonato e la madre, ed è sempre disponibile quando il bambino ha fame.
Anche la grande variabilità di composizione del latte materno non pone problemi: questa variabilità è funzionale alla possibilità di rispondere al meglio a situazioni ed esigenze del bambino di volta in volta differenti, in base alla durata della gravidanza (dopo un parto prematuro piuttosto che alla scadenza attesa del parto), in base alla durata della lattazione (nei primi giorni piuttosto che dopo alcuni mesi), nell'arco delle 24 ore e addirittura nel corso di una singola poppata.
C'è da notare inoltre che se il contenuto in grassi del latte di una donna è basso e meno energetico il bambino è capace di adattarsi, succhiando più a lungo al seno materno per ottenere il desiderato carico di calorie, soprattutto dalla parte finale della poppata che notoriamente è più ricca di lipidi. Da queste considerazioni è ovvio che un allattamento a domanda (e non a orari rigidi) consente di sfruttare questa capacità del bambino di autoregolarsi.
Secondo l'Accademia Americana di Pediatria (AAP), il solo allattamento al seno è la migliore fonte di nutrizione del neonato per i primi sei mesi di vita. L'AAP raccomanda inoltre l'allattamento al seno per almeno dodici mesi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l'allattamento al seno per almeno due anni.
L'allattamento al seno dovrebbe almeno iniziare immediatamente dopo la nascita, e i bambini dovrebbero essere alimentati ogni qualvolta hanno fame. Per far si che l'allattamento al seno abbia successo è importante imparare come iniziare e continuare l'allattamento al seno senza difficoltà. Se vi sono dei problemi, è importante chiedere aiuto.
Non a caso l'allattamento al seno cresce sempre di più d'importanza: a confermarlo anche i dati Istat che rilevano un boom di allattamento al seno e quindi mamme sempre più responsabili.
A confermare i pregi dell'allattamento al seno anche studi recenti come quello che dimostrerebbe come i bambini che, malgrado i 'regolamentari' 9 mesi di gravidanza, nascono sottopeso, crescono più intelligenti se nutriti solo con latte materno e che inoltre puo' essere dannosa per lo sviluppo dell'intelligenza del bambino un'alimentazione esclusivamente basata sul 'latte di mamma'''. Più in generale i benefici del latte materno per ciò che riguarda lo sviluppo del cervello sono dovute al fatto che esso contiene sostanze che stimolano la maturazione, più che la crescita, in particolare del sistema nervoso centrale.
Da qui varie iniziative volte a diffondere la possibilità per i neonati di alimentarsi al seno anche se la loro mamma non può averne a sufficienza. Il latte adeguatamente trattato e conservato in particolari 'banche' dei reparti di neonatologia degli ospedali, puo' infatti essere anche donato per nutrire i neonati che non possono ricevere quello della propria mamma e che cosi' non vengono privati dell'alimento più completo per la primissima infanzia. |
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